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Ossidiana
di Silvana Maja L
A cura di Maria
Grazia Riveruzzi
Anno:2007
Regia:Silvana Maja
Sceneggiatura: Silvana Maja
Origine:Italia
Durata:100’
Genere: Drammatico –biografico
Produzione :Artimagiche SRL, Thule film
Distribuzione: Artimagiche S.r.l.
Attori
Teresa Saponangelo - Maria
Palliggiano
Renato Carpentieri - Emilio
Notte
Andrea
Renzi - Victor
Vincenza
Modica - Madre
Recensione
La pellicola, primo lungometraggio di
Silvana Maja, racconta la drammatica storia di Maria Palliggiano,
giovane pittrice partenopea, inquieta e ribelle, che partecipò alle
più vitali avanguardie artistiche nella Napoli degli anni ‘60,
ancor oggi poco conosciute. Nella sua breve vita di donna e di
artista (morì all’età di 36 anni), l’amore e l’arte si
fondono in un unico desiderio irrefrenabile di sublimazione e di
perfezione che risulterà presto utopico e infine deleterio. Dotata
di grande sensibilità e di particolare talento, la
Palliggiano opera in assoluta solitudine e nell’indifferenza di chi
la circonda; solo grazie alla pittura riesce a stabilire
con la vita un rapporto magico e trascendentale. Una storia
singolare ma anche plurale, individuale ma anche sociale: dalle
scene collettive si evince lo sforzo della regista di rappresentare
il farraginoso e tormentato percorso di chi intraprende la strada
dell’artista .E ancor più se è una donna, come Maria Palliggiano,
costretta a lottare per imporre le sue ragioni di vita contro i
pregiudizi e il bigottismo della società napoletana che pretese di
omologarla, di normalizzare “il diverso” a costo di torture
psichiatriche.
Colpita dalle sue tele a tinte accese,
con scene cruente e con maschere struggenti, la Maja vuole conoscerla
più a fondo e metterne in luce la grande sensibilità e
l’audace fragilità del suo essere donna. Non a caso la
regista ha intitolato il libro e il film “Ossidiana”, assimilando
metaforicamente la protagonista al vetro di natura vulcanica, duro e
tagliente, ma anche molto fragile. Il film è il ritratto di
una donna su un’altra donna, è il punto di vista femminile che
fruisce dello sguardo dell’artista e delle sue tele per
scandagliare le tematiche più scottanti del mondo artistico e la
sua misoginia. Maria, rimasta ai margini della società,
ghettizzata dalla famiglia, lotta per scardinare, per sé e per
le altre, le porte del mondo dell’arte. Lotta per superare la
dicotomia tra il corpo e lo spirito, tra il reale e
l’ideale, tra l’amore di moglie e di. madre e la ricerca
intima di libertà e di perfezione artistica; lotta fino alla perdita
della propria identità ontologica, fino all’autodistruzione.
“Volevo rappresentare la storia di
una giovane donna – confessa la regista –che si era
posta domande esistenziali intorno al tema del lavoro, del lavoro di
artista “. Così la storia di Maria, la pittrice
rivoluzionaria degli anni ’60 trae spunto da una domanda universale
che Silvana Maja rivolge a se stessa e a tutti noi “ Che cosa
bisogna fare per vivere al meglio? Ciò che si ama
fare o ciò che si deve
fare? “ .
La regista
Silvana Maja
Nata
e vissuta a Napoli nel 1967, compie i suoi primi passi di artista
nella scrittura, raccontando per molto tempo le condizioni di
lavoro delle donne: dalle lavoratrici in Meridione, in India e in
Sud-Est asiatico al disagio psichico e relazionale dell’individuo e
della coppia. Negli anni universitari svolge il ruolo di giornalista
e di fotoreporter e il contatto continuo col mondo dell’arte e del
teatro influisce positivamente sulla sua produzione. Nel 1997
si trasferisce a Roma dove tuttora vive e dove fonda con artisti e
scrittori e poeti “ Studiaperti & Artisti Associati”, un
gruppo con cui progetta manifestazioni culturali per avvicinare
direttamente artisti e pubblico.
Non ci meraviglia dunque se “
Ossidiana” si presenta nella duplice veste di libro -film, data la
vocazione dell’autrice per la parola e l’immagine.
“ Ossidiana “, opera prima di
Silvana Maja, è un film indipendente, tratto dall’omonimo libro
con cui la stessa vinse nel 1999 il primo premio nel concorso “nuove
scrittrici” oggi Scriveredonna.
Il film subì un lungo travaglio prima
di essere realizzato nel 2006 a causa di un taglio di budget del 50%
del finanziamento stanziato nel 2003 dal Ministero per i Beni e
attività culturali come premio per la migliore sceneggiatura nel
concorso per opere prime.
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